È una malattia insidiosa perchè non vi sono sintomi evidenti, fino a quando è troppo tardi.
Da oggi si può prevenire anche con un rapido esame in farmacia, senza bisogno di ricetta medica.
L’osteoporosi è una malattia sempre più diffusa, caratterizzata da un’eccessiva fragilità delle ossa, maggiormente esposte al rischio di fratture, in particolare quelle della colonna vertebrale, collo del femore e polso.
Diversemente da quanto si può pensare, l’osso non è una struttura statica, ma è materia viva che si rimodella nell’arco della vita attraverso un processo bilanciato di formazione e riassorbimento.
Con l’osteoporosi questo equilibrio si altera e il tessuto osseo tende ad impoverirsi, perdendo in densità e qualità ossea, con una minore resistenza ai traumi.
I PIÙ COLPITI
L’osteoporosi, che non presenta sintomi particolari per molto tempo, interessa prevalentemente le donne dopo la menopausa ed è associata al calo di estrogeni, che accompagna questa fase della vita: si stima che una donna su tre in post menopausa soffra di osteoporosi conclamata, ma la prevalenza aumenta, se si considerano anche le donne interessate da osteopenia, cioeè l’indebolimento osseo che fa da preludio all’osteoporosi.
Esiste anche l’osteoporosi senile, che colpisce gli anziani di entrambi i sessi, complice la riduzione di specifici ormoni, e quella secondaria legata ad alcune malattie croniche e endocrino-metaboliche ed all’uso continuativo di farmaci fra cui il cortisone.
IL MASTER UNIVERSITARIO
Nonostante i costi sociali della malattia e la sua diffusione, nel sistema universitario non esiste ancora una specializzazione per formare figure mediche con specifiche competenze nella gestione di questa patologia: per porre rimedio a questa carenza, l’Università di Brescia ha avviato un master universitario di secondo livello in “Osteoporosi e malattie del metabolismo osseo”, uno dei pochissimi master in Italia su questo tema (l’altro è stato attivato all’Università di Firenze).
I FARMACI
Fra i temi su cui si concentra il master c’è l’offerta terapeutica per l’osteoporosi, «che si è molto ampliata rispetto a dieci anni fa e consente oggi di ridurre il rischio di fratture e, quindi, di salvaguardare la qualità della vita», osserva il prof. Andrea Giustina.
Esistono attualmente farmaci che agiscono su più fronti, da quelli che bloccano il riassorbimento dell’osso a quelli che, invece, stimolano la formazione ossea, fino a quelli denominati Serm (Selective estrogen receptor modulators), che hanno un effetto positivo sul tessuto osseo, ma, a differenza della tradizionale terapia ormonale sostitutiva in menopausa, non danno effetti collaterali su altri distretti come la mammella.
«Questo campo è in continua evoluzione con farmaci sempre più selettivi per l’osso, fra cui un nuovo Serm messo a punto di recente - sottolinea il prof. Andrea Giustina - ricordando che il tipo di terapia viene correlato alla severità dell’osteoporosi: i Serm sono indicati per l’osteopenia o osteoporosi ad esordio precoce, con una funzione quasi preventiva, mentre per osteoporosi conclamata si possono impiegare i farmaci anti-riassorbitivi dell’osso e, per le fasi avanzate, quelli che stimolano l’incremento di massa ossea.
L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE
Ma il versante, su cui lavorare, è un altro, quello della divulgazione, dal momento che «C’è ancora poca consapevolezza, che l’osteoporosi sia una malattia a tutti gli effetti - spiega il professore.
Da molti è considerata qualcosa di inevitabile e quasi fisiologico nella vita di una donna, trascurando che non tutte le donne hanno lo stesso grado di perdita ossea: se per alcune gli effetti possono essere modesti, per altre sono molto gravi e portano a pluri-fratture fin da giovani».
Diventa fondamentale, quindi, la diagnosi precoce effettuata con la Moc o densitometria ossea, un esame di riferimento per le donne in menopausa che presentano specifici fattori di rischio valutati dal medico, come una menopausa precoce, l’assunzione di terapie cortisoniche, l’assenza di un percorso di terapia sostitutiva ormonale, la familiarità, la magrezza, lo scarso apporto di calcio.
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ IN FARMACIA
Nelle farmacie specializzate è possibile effettuare un esame approfondito della salute delle ossa, in grado di anticipare il rischio di osteoporosi ancora prima che si verifichi. L’analisi della composizione corporea si effettua tramite una spettroscopia impedenzometrica.
Oltre alla “fotografia” dello stato dei minerali ossei si può misurare il rischio che questi minerali vengano utilizzati dall’organismo come tamponi e quindi persi dall’osso.
Questo nuovo esame, che si chiama BIA ACC, è economico, non prevede l’utilizzo di radiazioni e, quindi può essere effettuato spesso per il monitoraggio costante delle ossa.
Il referto contiene anche indicazioni dietetiche per una alimentazione mirata alla protezione delle ossa.
UN CAPITALE DA CUSTODIRE
Un aspetto da non dimenticare è che la salute delle ossa è
un processo che si costruisce lungo tutta la vita: «Nell’età di acquisizione
del picco di massa ossea, fino ai 20 anni, no a diete strette o dimagrimenti
repentini, che contrastano la formazione del nostro “capitale” osseo, e
attenzione alle irregolarità del ciclo mestruale che possono incidere
negativamente - dice l’esperto - Poi, per tutto l’arco della vita, mai
trascurare una dieta equilibrata con un corretto apporto di calcio, la giusta
attività fisica che contribuisce al benessere delle ossa».
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